biografie

KALMAN CSATHO


KÁLMÁN JENO CSATHÓ (13 ottobre 1881 - 5 febbraio 1964) drammaturgo, regista teatrale e scrittore ungherese nacque a Budapest, figlio di Ferencz presidente della Reale Corte di Appello di Pest e Etelka Pallay. Fu battezzato nella chiesa cattolica di Józsefváros a Pest il 26 ottobre. Ebbe due fratelli Ern? e Ella (Gabriella).
Nel 1911 Csathó sposò Ilona Aczel, (Királyhelmec, 7 novembre 1884 - Budapest, 5 marzo 1940) che dopo il matrimonio aggiunse le lettere Cs. al suo cognome divenendo Aczel Cs. Ilona. La coppia non ebbe figli. Celebre ed acclamata attrice classica e leggera nella Compagnia del Teatro Nazionale Ungherese, ritiratasi dalla scena, la Aczel aprì una scuola di recitazione e nel 1936 ebbe fra le sue allieve Katalin Karády, la più famosa attrice e cantante ungherese degli anni Quaranta.
Csathó fu contemporaneo e concittadino di Molnar (nato nel 1878) e come Molnar studiò Legge all'Università di Budapest e in seguito scenografia in Berlino. Ritornato in patria nel 1906 divenne impiegato al Ministero della Cultura. Grazie ad una borsa del Governo poté recarsi a Parigi per continuare i suoi studi teatrali. Dal 1909 fu assistente e in seguito direttore scenico/regista al Teatro Nazionale ungherese (Magyar Színház). Nel 1940-1941 fu direttore del teatro Andrássy (nel 1930 fu fra gli organizzatori del Congresso della Associazione Artistica Internazionale - di cui faceva parte - che si tenne a Budapest sul tema dei diritti di autore.
Collaborò alla rivista Uj Idok (New Times) fondata nel 1894 e diretta da Ferenc Herczeg (1), conservatrice e nazionalista, indirizzata alla borghesia intellettuale provinciale costituita da medici, avvocati, insegnanti e clero, che fu "silenziata" nel 1949 dalle autorità comuniste.
Verso la fine degli anni Venti, il Reggente ungherese Horthy si avvicinò all'Italia per rompere l'isolamento politico e diplomatico in cui si trovava il suo Paese dopo il trattato del Trianon. Si aprirono reciproci Istituti di cultura e la letteratura ungherese divenne popolarissima in Italia, al punto che molti autori italiani, per vendere, usavano pseudonimi ungheresi. Una letteratura di evasione/intrattenimento che si trasferì con tanto successo anche sullo schermo italiano; con l'arrivo di registi, attori, sceneggiatori e scrittori magiari a Roma, "Cinecitta parlava ungherese"(2). Fra il centinaio di autori magiari tradotti in italiano i più noti sono Molnar (I Ragazzi della via Pal), Kormendi (Un'avventura a Budapest) e Arthur Koestler (Buio a mezzogiorno). Di Csathò furono pubblicati tre romanzi dal 1929 al 1945, il quarto, Il cielo non è sempre grigio, fu pubblicato nel 1955 da Salani (che forse l'aveva nel cassetto da prima della guerra) nella Biblioteca delle Signorine, no 110.
Fra le due guerre Budapest era un vivace centro culturale in cui si spegnevano gli ultimi sprazzi dello splendore imperiale. Scrittori, giornalisti e artisti passavano gran parte delle loro giornate nei caffé-ristoranti che servivano loro da seconda casa e qualche volta da ufficio. Oltre a scrivere, leggevano i giornali, pettegolavano, dibattevano, tenevano riunioni editoriali, organizzavano feste, intrattenevano i loro seguaci e ammiratori. Qualche volta mangiavano ordinando dal "menu dello scrittore", a presso ridotto: carni fredde, formaggi e pane. Carta e inchiostro erano cortesia della casa.
Fra questi caffe (Centrál Kávéház, Déryné, Café Ostende, Hadik Café, New York Café) il preferito di Csathó fu il Centrál, frequentato assiduamente anche da Molnar.
Csathó come molti suoi colleghi ungheresi eccelse in un genere teatrale particolare, che mette in scena commedia e novellistica salottiera bene accette in una società conservatrice in cui le tradizioni aristocratiche dell'Impero andavano a scomparire, dove tutti ambivano ad essere "dzsentri"(gentri), la gentry inglese, una classe ambiguamente equalitaria e razzista in cui discendeva la nobiltà impoverita e saliva la nuova borghesia commerciale e professionale. Csatho, che conosceva bene questo ambiente, notò ironicamente "Dzsentri è un signore qualunque, a meno che non sia ebreo."
Dopo il 1945 nell'Ungheria comunista questo genere di teatro non fu più accettabile e Csathó si dedico solo alla scrittura. Riapparve dopo la Rivoluzione Ungherese del 1956 con libri di memorie teatrali e personali non del tutto obiettive, lasciandovi traspirare simpatie e antipatie (Ilyennek láttam oket/Come li vidi, 1957; A régi Nemzeti Színház/Il vecchio Teatro Nazionale, 1960; Tavasztól tavaszig/Da primavera a primavera, 1962, memorie di caccia, suo sport di elezione).
Alcuni suoi libri e commedie furono adattate per lo schermo in Ungheria, di cui egli stesso scrive la sceneggiatura. Marriages are made in Heaven, traduzione anonima di Házasságok az égben köttetnek, fu rappresentata a Londra al Little Theatre nella stagione 1928-1929.
Csathó fu membro dell'Accademia delle Scienze ungherese (1933-1939), della società letteraria Kisfaludy Társaság (1936), Presidente onorario dell'Associazione degli autori drammatici ungheresi [Magyar Színpadi Szerzok Egyesülete] e vinse il premio Irodalmi díjai Corvin-koszorú/Premio Corona Corvin per la letteratura) (1930).

Morì a Budapest nel 1964 ed è sepolto al cimitero di Farkasréti.

(1) Commediografo e scrittore,deputato al Parlamento dal 1896. Nel 1926 e 1927 candidato al Premio Nobel con Az élet kapuja/La porta della vita,1919. Si ritiene che Herczeg abbia influenzato lo stile e le idee di Csatho.
(2) Alessandro Rosselli, Quando Cinecittà parlava ungherese: gli Ungheresi nel cinema italiano (1925-1945), Rubettino 2005. Gli italiani ricchi d'altra parte si recavano in Ungheria a caccia e a divorziare.

FONTI:
John Lukacs Budapest 1900: A Historical Portrait of a City and Its Culture, 2012
Peter G. Glockner e Nora Varga Bagossy Encyclopaedia Hungarica:, Vol. I, 2007
Archivi della Chiesa cattolica ungherese (1630-1895)

© Testo e ricerca di Anna Levi, gennaio 2016.

La cover della rivista Uj Idok


Kalman Csatho




Ilona Aczel Csatho



Kalman Csatho
Quando gli orologi
cominciano a suonare

Treves, 1937




Kalman Csatho
Prima classe
Caregaro, 1945


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