biografie

SOFIA VON UHDE


Nasce a Monaco il 13 agosto 1886 da Friedrich Hermann Carl (Fritz) e da Amalie von Endres, dopo le sorelle Anna (n. 1881) e Amalie (n. 1882). La madre muore dandola alla luce.
Al tempo della sua nascita il padre era già un famoso pittore di soggetti genre e religiosi (si cita un'Ultima Cena del 1886). Più tardi nella sua pittura emerge l'influenza di un suo soggiorno a Parigi nel 1879 e si rivolge a temi naturalistici impressionistici e scene all'aria aperta.

Dopo la morte prematura della moglie von Uhde si dedica completamente alle figlie, dipingendole sin da piccole in numerosi quadri. Sotto la guida del padre le tre sorelle von Uhde vengono educate in casa. Passano una giovinezza spensierata allietata dalle vacanze estive a Dachau e Percha/Starnberg sul lago di Würm. Il padre le dipinge giovani donne in giardino con il loro cane durante una vacanza a Percha nel 1903 in un quadro ora al Museo d'Arte di Brema.

Amalie si sposa nel 1908, nel 1911 è il turno di Sophie che sposa Ludwig Drechsel, ufficiale dell'Esercito da cui avrà la figlia Lotte.
Anna non si sposa dedicandosi a una vita d'artista senza raggiungere la fama del padre.
Sophie presto divorzia. Nel 1911 muore il padre, che lascia alle figlie una sostanziosa eredità. Nello stesso anno Sophie sposa in seconde nozze il barone Sigmund Franz Xaver Wilhelm Otto von Weech (1888-1982) anche lui al secondo matrimonio. Dal nome del marito, Sophie sarà conosciuta in letteratura anche come Sophie von Weech.
L'architetto von Weech è un poliedrico artista, innovativo disegnatore e grafico tessile, esperto di araldica e appassionato filatelico, un uomo famoso che resta famoso anche oggi. Nel 1920 disegna l'aquila imperiale della Repubblica di Weimar, poi le insegne araldiche del Reich, infine l'aquila della Repubblica Federale Tedesca. Ha un'immensa influenza sulla fabbricazione e il disegno dei tessili. Nel 1931 è direttore della Scuola di Moda e di Tessili di Berlino.(1)
Il matrimonio non dura. Sull'orizzonte appare Angelina, la terza signora von Weech sposata attorno al 1916, alla quale, grazie alla longevità di questo uomo inarrestabile, seguiranno altre tre mogli, con un totale di cinque figli (nessuno avuto da Sofia von Uhde).

Sophie lavora come crocerossina volontaria durante la Grande Guerra, poi rimane nella Croce Rossa e celebra i 50 anni di esistenza di un suo ramo: l'Associazione Femminile Tedesca della Croce Rossa per le Colonie (fondata nel1888), nel libro Deutsche Frauen / Deutsche Schwestern. Koloniale Arbeit aus fünf Jahrzehnten unter dem Roten Kreuz (Donne tedesche/Sorelle tedesche. Cinque decadi di lavoro sotto la Croce Rossa), pubblicato nel 1927 a Berlino da Herausgegeben vom Frauenverein für Deutsche über See (Associazione della Comunità Femminile per i tedeschi d'Ôltremare), ristampato dalla Croce Rossa nel 1936 , 1937 e 1938.

Nella Crisi del 1929 Sofia von Uhde perde quasi tutto il capitale lasciatole dal padre e comincia a scrivere per vivere. Esordisce con Egon steigt auf die Berge (Egon sulle montagne, Racconto), Musarion Verl., München, 1929. L'editore Reimer di Berlino è favorevolmente impressionato dal libro e grazie al coinvolgimento di Sofia con le donne coloniali accettò di sovvenzionare un viaggio per documentare la vita degli espatriati in Sud West Africa. Sofia arriva via nave in Namibia nel 1932 e fino al 1933 viaggia, risalendo la costa via Angola fino al Togo e al Cameroon, ex protettorati tedeschi.

Documenta e fotografa tutto: la vita rurale delle donne, le usanze indigene, i "nachtigall-krankenhaus", gli ospedali ispirati a quelli di Florence Nightingale eretti nelle colonie tedesche, la schiavitù in Angola dove rimaneva (come in Mozambico) il più lungo disumano sfruttamento degli indigeni in Africa. "...gli indigeni sono leali e laboriosi abituati al trattamento dittatoriale dei Portoghesi… " scrisse Sofia von Uhde che li vide al lavoro per strada legati l'uno all'altro, per evitare che scappassero, quasi un secolo dopo l'abolizione della schiavitù. Raccoglie una collezione di manufatti indigeni che poi dona all'Istituto di Etnografia dell'Universita di Göttingen.

Il risultato del suo viaggio fu Deutsche unterm Kreuz des Südens (I tedeschi sotto la Croce del Sud), D. Reimer, 1934 e una serie di libri come Der blaue Diamant. Erzählung aus Deutsch-Südwestafrika, 1941 (Il diamante blu, indagine sui campi diamantiferi dell'Orange Free State), alcuni romanzeschi come Die Rieders. Geschichte einer deutschen Familie in Südwest, 1940 (I Rieders, storia di una famiglia tedesca nel Sudovest), che si svolge nel 1892, in cui al personaggio/protagonista di Ella Woermann ascrive le sue impressioni sul West Africa. Il libro piace anche al Regime per la celebrazione dell'eroico carattere dei coloni tedeschi alla conquista di terre di frontiera. Lei si assicura cosi un posto d'onore nella letteratura coloniale tedesca.

L'ultimo suo romanzo catalogato è Sommer in Haus Ulmenhöh (Estate in casa Ulmenhöh. Un romanzo dei nostri giorni), del 1942.
I suoi libri continuarono ad essere ristampati e Sofia von Uhde vive relativamente bene con i diritti di autore e articoli su riviste (vedi in "Kohler colonial Calendar", 1938 la rievocazione della sua visita al Togo). Dopo il suo ritorno dall'Africa abita a Murnau, un villaggio della Baviera, dove muore il 7 agosto del 1956.

Tradotto in italiano:

Arne: Roman von jungen Menschen (Arne, romanzo per la gioventù), 1940, viene tradotto in italiano come Approdo fatale e pubblicato da Salani nel 1955 nella Biblioteca delle signorine al n°126, sotto l'errato nome Sofia Unde.(2)

(1) Gli studi critici su di lui sono innumerevoli.
(2) Errore dovuto probabilmente alla trascrizione del nome manoscritto (in corsivo una H con trattino breve può facilmente venir presa per una N), e fin qui si comprende: non si comprende come in seguito un organo ufficiale come l'OPAC non vi abbia posto rimedio, almeno con una nota.

FONTI:

Fritz von Uhde, di Otto Julius Bierbaum, 2015
German Women for Empire, 1884-1945 di Lora Wildenthal , 2001
Showing Our Colors: Afro-German Women Speak Out, di May Opitz, Katharina Oguntoye, Dagmar Schultz,1992
Namibiana Buchdepot, Informationen und Meldungen über Namibia, Südafrika, Botswana, Simbabwe und Mosambik

© Testo e ricerca di Anna Levi, gennaio 2016.

Fritz von Uhde, "Le figlie dell'Artista", 1896
A sinistra la più giovane delle figlie, Sofia
Fritz von Uhde, "La lezione", 1899
Le tre modelle potrebbero essere di nuovo le figlie

Il nachtigall-krankenhaus in Togo, 1934
La fotografia è stata presa dalla stessa Sofia Uhde e inclusa nel volume
Deutsche unterm Kreuz des Südens

NB Nel sito www.namibiana.de la fotografia di Sofia Uhde in tarda età, e un altro quadro di Fritz von Uhde che ritrae le tre figlie:
http://www.namibiana.de/namibia-information/who-is-who/autoren/infos-zur-person/sofie-von-uhde.html



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