René George Charles Duverne nasce il 7 maggio 
            1893 a Lure (Haute-Saône), Faubourg de Lantetot, da George Hyppolite 
            e Anne Marthe Niederoëst, di origine svizzera. Ha due fratelli 
            minori, Marguerite e Jean.
            Il padre è impiegato alle Poste col grado di Redattore, cioè 
            un impiegato con incarichi amministrativi come la redazione di atti 
            giudiziari. E' un uomo istruito, col diploma di baccalaureato come 
            richiede la funzione che esercita.
            Nel 1906 i Duverne abitano a Vesoul in rue St Martin 87. René 
            frequenta il Collège Gérôme come esterno distinguendosi 
            per merito. Nel 1905 vince una borsa di studio di 100FFR. Ottiene 
            il baccalaureato nel 1911.
            Si impiega nell'Administration de l'Enregistrement, des Domaines et 
            du Timbre, poi Ministero delle Finanze, col grado di Surnuméraire, 
            cioè in attesa di un posto vacante.
            Recrutato nel 1913 (classe 1893), nel 1914 è chiamato alle 
            armi ma nel 1915 viene riformato temporaneamente per disturbi polmonari. 
            Duverne non farà mai nessuna guerra; nel 1914 è già 
            sposato e padre di un figlio per cui viene spostato alla classe di 
            mobilitazione del 1911 e in seguito, nel 1940, ormai padre di due 
            figli, alla classe di mobilitazione più anziana della seconda 
            Riserva, che non andrà mai al fronte.
            Nel 1923 Duverne diventa stabile al Ministero delle Finanze col grado 
            di Receveur de 5me classe a Fresne-Saint-Mamès (Haute-Saône) 
            e comincia a salire di grado. Nel 1925 Receveur 4me classe a Scey-sur 
            Saône. Nel 1926, Commis. Nel 1928 è Receveur. Rimarrà 
            alle Finanze fino al 1958.
            Debutta in letteratura nel 1919 con Pouck. Vie et aventures 
            d'un petit garçon pendant la guerre, pubblicato da 
            Plon, protagonista Pouck, pacifista di anni sei, a cui segue Brindille 
            Pacha et Cie nel 1921 "deux ouvrages de psychologie, 
            criants de vérité et irréprochables " dichiara 
            con convinzione l'Abbé Bethléem sulle pagine di Romans 
            à lire et romans à proscrire.
            Viene subito notato (citato nella pagina letteraria del Figaro 
            du Dimanche, luglio 1919). E' l'inizio di una carriera in cui 
            esercita un'intensa attività di scrittore, giornalista, commediografo 
            e critico, scrivendo anche una decina di romanzi sotto lo pseudonimo 
            Pierre Régis e i testi di qualche cineromanzo per Collection 
            Cinématique de La Bonne Presse. Tiene molto alla qualità 
            delle illustrazioni dichiarando di preferire un libro senza illustrazioni 
            a un libro illustrato male. Fra i suoi illustratori vi fu André 
            Pécoud, uno dei più conosciuti illustratori francesi 
            degli anni Trenta. 
            Cattolico devoto e praticante, Duverne non tarda a divenire, per il 
            suo forte spirito religioso, un beniamino de La Croix, il quotidiano 
            degli Assunzionisti "Dans les romans de René Duverne, 
            il y a du Dickens et du Daudet, c'est dire que l'humour et le pathétique 
            s'y rencontrent, mais l'élément "Duverne" 
            qui domine est, lui, nettement et fortement chrétien".
            Nel 1938 in un articolo su La Croix la scrittrice Marie Thérèse 
            Latzarus scrive "Pourquoi ignorer, de même, ces cineromans 
            de la Bonne Presse qui ont fait connaitre à des milliers d'enfants 
            le nom de Myriarn Catalany, de René Duverne et de tant d'autres
". 
            Tanta pubblicità per Duverne non sorprende: egli non solo collaborava 
            a La Croix, portabandiera della stampa cattolica, ma era pubblicato 
            dalla Maison della Bonne Presse, suo braccio editoriale.
            Il suo impiego comporta frequenti spostamenti: oltre ai trasferimenti 
            regionali già citati, nel 1921 è a Mostaganem in Algeria, 
            nel 1922 a Satillieu (Ardèche), nel 1929 a Bray sur Seine (Seine-et-Marne). 
            Negli anni Trenta si stabilisce a Beaune (Côte d'Or), rue Chorey, 
            6, integrandosi perfettamente nella vita locale. Diventa socio della 
            Società di Archeologia di Beaune. Nel 1939 fonda ed è 
            presidente della Société Beaunoise de Protection de 
            l'Enfance. Con moglie, presidente regionale della LPDF (Lega Patriottica 
            Delle Francesi), si distingue nelle giornate di propaganda cattolica 
            organizzate da La Croix. Impara a guidare l'automobile e prende 
            la patente nel 1935.
            Nel 1932 vince il prestigioso premio Montyon de L'Academie française 
            di 500FF per Mademoiselle Codex, La Bonne Presse, 1931. È socio 
            della Société des Gens de Lettres (socio sociétaire 
            nel 1926) e del Sindacato dei giornalisti francesi.
            Divenuto una indiscutibile personalità letteraria, Duverne 
            fonda con un gruppo di scrittori cattolici e dirige Mon Théatre 
            (1933-1939), rivista teatrale di ispirazione cattolica ma aperta alle 
            novità e scevra da sermoni moralistici, come dichiara nella 
            presentazione del primo numero. Fra i collaboratori vi è il 
            famoso André Lichtenberger maestro di psicologia infantile 
            a cui Duverne è spesso paragonato per saper cogliere l'innocente 
            freschezza dell'infanzia. "Duverne, qui sait à merveille 
            regarder, comprendre, et peindre les enfants, - parce qu'il les aime 
            
" commenta Revue des Lectures (A14,N1).
            Collabora a innumerevoli riviste. Si citano: La Croix, Noel, 
            Jeune Republique, Temple, Echo de Paris, Pour 
            l'Enfance Coupable, Le Populaire, Lisette, Bonnes 
            Soirees, Petits Belges, La Petite illustration, 
            Le Domaine, rivista letteraria "aziendale" per così 
            dire e Curs Vaillants (la rivista cattolica per bambini 
            dagli 11 ai 14 anni).
            Duverne fu fra i primi teorici dell'influenza dell'ambiente sulla 
            delinquenza minorile. Così afferma senza mezzi termini il titolo 
            di un suo articolo su Le Populaire, 2 dicembre 1935 : "Enfance 
            coupable ? Non, société coupable !". La sua esperienza 
            assistenziale all'infanzia lo convinse che non era tanto la morte 
            dei genitori a riempire gli orfanatrofi bensì i maltrattamenti, 
            la sporcizia, la miseria morale, l'alcolismo, il divorzio, la disgregazione 
            della famiglia. Espose le sue teorie in numerosi articoli sulla rivista 
            Pour l'Enfance coupable.
            Nel 1940 il governo di Vichy istituì centri giovanili "Centres 
            de jeunesse" per tenere occupati e dare un'educazione morale 
            e un mestiere agli adolescenti disoccupati sia maschi che femmine 
            (l'istruzione obbligatoria terminava a 14 anni). Alla fine della guerra 
            i centri divennero semplici scuole di istruzione professionale tralasciando 
            l'educazione civica e morale. Duverne rimpianse questa evoluzione 
            - oltre al fatto che i datori di lavoro reclutavano ora fra i diplomati 
            piuttosto che nei Centres de Jeunesse - nell'articolo "Menace 
            sur les Centres de jeunesse", in Pour l'Enfance Coupable 
            no 63, 1946: "Si néfaste qu'il soit à certains 
            points de vue, un gouvernement ne peut-il donc avoir quelques bonnes 
            idées et mettre sur pied quelques heureuses innovations?".
            Dopo quaranta anni di servizio alle Finanze, Duverne prese il meritato 
            riposo. Ma per motivi di salute la sua produzione letteraria diminuì, 
            interrompendosi del tutto negli anni Sessanta. Visse gli ultimi anni 
            della sua vita ad Aix en Provence vicino a figli e nipoti e vi morì 
            serenamente all'eta di 81 anni.
            Un Héritage embarrassant di Pierre Regis (Gautier-Languereau,1931) 
            viene pubblicato da Salani nel 1939 come Una eredità 
            imbarazzante, Biblioteca delle Signorine no 72.
            
            
            Fonti : Archives Dept.les Haute Saone, Journal officiel de la République 
            française, 1927 e als., Gallica per quotidiani e riviste. 
            
           
          © 
             Testo 
            e ricerca di Anna Levi, gennaio 2016.