CASA EDITRICE NERBINI


Giuseppe Nerbini nasce a Firenze da Rosa Nerbini e padre ignoto il 30 marzo 1867. Cresce in un ambiente povero, e difatti viene mandato alla sola scuola dell'obbligo, le elementari, ma in qualche modo riesce a darsi una cultura, poiché la sua passione è la carta stampata. Inizia come venditore di giornali, con un chiosco in piazza della Madonna, ma al contempo è attivo negli ambienti democratici radicali e repubblicani (1)(tanto che, appena diciassettenne, si becca un paio di condanne per manifestazione sediziosa). Non contento, ritiene di dover esprimere il suo pensiero politico come giornalista e polemista, e dirige alcuni giornaletti satirici, fra cui La frusta, di ispirazione radicale, La mitraglia elettorale, Il lampione (dove forse conosce Collodi), Giornale per tutti e La Gran via: periodici critici nei confronti dell'amministrazione locale e talvolta addirittura irriverenti tanto da cadere non di rado nelle maglie della censura e da procurare a Nerbini diversi, seppur brevi, periodi di detenzione.

Il 6 agosto 1888 Giuseppe Nerbini sposa Isolina Buti, giovane cucitrice fiorentina (Maria Isolina Amedea Paolina, n. 27 marzo 1870 da Paolo Buti e Virginia Dalla Spora), con la quale forma una numerosa famiglia. Il primogenito Mario nasce però solo dopo 11 anni di matrimonio. Nella casa editrice di famiglia si impiegano tutti i figli maschi: Mario (Mario Giulio Bruno, n. 8 ottobre 1899), il più attivo collaboratore del padre, che dopo la morte di questi assume la proprietà, seguito da Carlo (n. 1900 e morto l'anno dopo), Renato Gastone (n. 1905), Carlo (n. 1909) che prende il nome del secondogenito, e infine Bruno (n. 1914). Le figlie femmine, Dina (n. 1902), Tosca (n. 1903) e Bruna Tina (n. 1906) rimangono estranee agli affari di famiglia (e ricevono una dote di Lit. 150mila).

Da sin: Carlo, Mario, Giuseppe, Renato e Bruno Nerbini, 1928


Nel 1897 Giueppe Nerbini è ancora un edicolante, e poiché Salani, pochi anni prima, aveva fatto il salto di qualità mettendosi a stampare opuscoli vari, fogli sciolti, egli pensa bene di emulare l'intraprendente collega e stampa il primo opuscolo. Si intitola "La redenzione della donna nel socialismo" di Jules Destrée. Seguono poi altre pubblicazioni tra le quali vi sono alcuni classici del marxismo e numerosi libri di natura socialista fra cui Lotte civili di Edmondo De Amicis (1899, una raccolta di articoli politici); in seguito riesce a a farsi assegnare diverse pubblicazioni di partito, come L'Avanti! della domenica. Stampa poi opuscoli come Cos'è la camera del lavoro e Come si diventa elettori (1900), letture popolari riunite nella "Biblioteca educativa sociale" dove compaiono anche altri contributi di De Amicis. Ma l'esempio di Salani lo porta a concentrarsi nella stampa popolare a prezzi bassi, replicandone in seguito anche alcuni titoli, ma sul fronte politico sono agli opposti: cattolico il primo, anticlericale Nerbini. Di fede socialista, il suo intento è quello di dare alle classi popolari ciò che non hanno, e cioè pubblicazioni che trattino dei problemi del proletariato in forma chiara, anzi elementare, dato che la gran parte sa appena leggere e scrivere.(2) Giuseppe Nerbini abita con la famiglia in via Nazionale n°2, ed è al pianterreno che mette su la prima stamperia. In questo momento a Firenze domina l'editore Le Monnier, c'è Paggi (poi Bemporad), c'è Adriano Salani, c'è la Sansoni (di nicchia per i classici, pensata da Ferdinando Martini). E da inizio secolo anche Nerbini. La vecchia edicola di piazza Madonna si trasferisce al n°5 di via Martelli, più trafficata, e la prima pubblicazione del 1900 è l'Almanacco Socialista. Pubblica poi diversi testi sempre a tema socialista, poi L'assassinio Notarbartolo (3), Il socialismo di Andrea Costa,(4) e sempre del De Amicis Consigli e moniti.
Avviata dunque l'azienda, e sempre coll'intento di rispondere alle esigenze popolari, pubblica i romanzi d'appendice, soprattutto stranieri, e li fa illustrare, come d'altronde già faceva Salani; tuttavia i suoi prodotti sono qualitativamente scarsi: carta leggera, copertine di carta appena rinforzata, errori tipografici non corretti; crea collane (sembra siano state almeno 13 entro il 1910). Nel 1907 trasferisce la sede della Casa in via Faenza, nella bella sede storica che in seguito verrà alienata, ma al momento della morte di Giuseppe Nerbini questo immoblile, quello di via Nazionale ed un terzo sito in via dei Fossi sono ancora in mano sua.



Sin: la sede storica di Casa Nerbini
in via Faenza n°2
dx: la casa com'è oggi: sono stati eliminati i rosoni e la scritta,
e al primo piano è stato
aggiunto un balconcino
centrale


Nerbini crea anche la popolare "Biblioteca galante illustrata" che include testi come il Decameron di Boccaccio e La mandragola di Machiavelli, ma scelte di testi e illustrazioni ardite gli causano sequestri e perquisizioni, e questa produzione non è gradita neppure dal Partito Socialista Italiano, che teme per la propria immagine e nel 1908 gli toglie la stampa dell'Avanti!. Pubblica come un forsennato, ma per tenere i prezzi bassi guadagna poco, e inoltre deve sostenere i costi dei magazzini qua e là per l'Italia, e infine fa il passo più lungo della gamba. N
el 1912 si vede costretto a dichiarare il fallimento.(5) Il processo a suo carico si conclude dopo due anni con una sentenza più mite grazie anche al buon senso dei numerosi creditori che di fatto permettono all'editore di vendere libri e clichés per poter risanare i debiti. Poi si rialza, ma il ritmo della produzione editoriale ovviamente ne risente, già rallentato dalle conseguenze della guerra libica prima, e dalla flessione del mercato dovuta al primo conflitto mondiale poi. Cerca di cavarsela con le cartoline e nuovi periodici, tra i quali 420, Le ore allegre, La risata, La sigaretta. Giuseppe Nerbini, indomito, non si arrende e nel dopoguerra ridà vita alla sua attività; abbandonata la militanza socialista, abbraccia il neonato movimento fascista, tanto da partecipare con i figli Mario e Renato alla marcia su Roma. La produzione editoriale ricomincia con la solita stampa umoristico-satirica con periodici ormai consolidati, come La sigaretta e Il 420 (a cui contribuisce come disegnatore un giovanissimo Federico Fellini), ma la sua forza viene dalla letteratura popolare, soprattutto con i romanzi d'appendice e le pubblicazioni a dispense. Predilige la narrativa a sfondo sociale di autori come Tolstoj, Zola, Hugo; i feuilletons alla Eugene Sue e il romanzo storico; ma non disdegna autori italiani, anche se poco conosciuti, purché il titolo attiri l'attenzione, e le copertine siano debitamente illustrate a colori e accattivanti. Non mancano i classici per ragazzi, magari a testo ridotto, e pubblicati a dispense, illustrati per la gran parte da Tancredi Scarpelli. Già dal 1910 pubblicava inoltre tutta una serie di pinocchiate (VEDI), una mostruosa serie di testi che oggi fanno raccapricciare ma all'epoca andavano per la maggiore; la gran parte di questi titoli porta la firma di Bettino D'Aloja (altro camerata) e hanno l'unica virtù di essere illustrati da Giove Toppi. Inoltre pubblica una specie di fascicoletti in brossura, copertina leggera come le pagine interne, confluiti in una "collana illustrata delle avventure di Pinocchio".

Ma il genere che segna la ripresa è senza dubbio il fumetto: i fumetti Nerbini fecero letteralmente epoca, anche perché fra i primi a comparire in Italia. Uscirono Il giornale di Fortunello (1920-22), Le avventure aviatorie di un Balillino (supplemento illustrato de Il 420 del 1928, 67 quadretti illustrati da Carlo Cossio con didascalie). Ma il clou della produzione Nerbini è nella introduzione di Topolino ed altre produzioni americane in Italia. Le strisce disneyane avevano già debuttato negli Stati Uniti nel 1930 e un saggio era uscito perfino in Italia, lo stesso anno, nelle pagine de L'Illustrazione del popolo. E' plausibile che Nerbini (Mario, piuttosto che Giuseppe) avesse veduto queste strisce, e si fosse poi informato sugli originali americani. Nerbini ignora bellamente i diritti d'autore, o forse senza dolo commette semplicemente una irregolarità ignorando a chi si dovessero richiedere i diritti, e realizza nel dicembre del 1932 un settimanale con il titolo Il Giornale di Topolino affidato ai suoi illustratori (Vitelli e Toppi). La prima facciata, l'unica a colori, riporta una storia realizzata da Giove Toppi con vignette spiegate a mezzo didascalie in rima sul modello del Corriere dei Piccoli. Le altre pagine sono dedicate a racconti, rubriche pseudo-educative e vignette umoristiche. Il direttore del settimanale, nonché l'autore dei testi in rima e di alcune rubriche, è Paolo Lorenzini, alias Collodi Nipote. L'editore Carlo Frassinelli di Torino, che ritiene di detenere i diritti di Topolino per l'Italia, intima a Nerbini di sospendere la pubblicazione. Questi, temendo il sequestro del settimanale, cambia dal terzo numero il titolo della testata in "Il Giornale di Topo Lino", dedicandola ad un nuovo personaggio, Lino il topo ideato da Giove Toppi, al posto di Mickey Mouse. In realtà sono in difetto sia Frassinelli sia Nerbini. Il primo infatti ha acquistato solo i diritti per due volumi del personaggio, mentre Nerbini ha ottenuto unicamente l'autorizzazione a riprodurre la figura di Mickey Mouse nella testata del giornale dal Consorzio Cinematografico Edizioni Artistiche Internazionale di Roma (EIA), grazie ai suoi buoni contatti. Disney non tarda a chiedere conto dell'abuso e nel 1933 viene raggiunto un accordo. Dal numero cinque il giornale torna quindi al suo nome originario e, dal numero sette, inizia a ospitare fumetti originali di produzione americana. Fino al 1935 Nerbini dunque è a buon diritto responsabile della pubblicazione in Italia dei fascicoli di Topolino. La storia poi termina con l'avvento di un altro tycoon dell'editoria, Arnoldo Mondadori, che contatta Walt Diseny in persona, lo fa arrivare in Italia a spese proprie, fonda con lui una società apposita, la Walt Disney Mondadori, e lo convince a firmare un contratto di esclusiva per la pubblicazione di Topolino (ma senza troppi sforzi, dato che Disney tiene a far pubblicare il suo Topolino da una casa editrice affermata e non da un fumettaro artigianale quale è considerato Nerbini). Dal 1935 e fino ai giorni nostri Topolino è Mondadori. (6) Ma non c'è solo Mickey Mouse nel vasto calderone Disney, e Mario Nerbini si aggiudica i diritti anche per Cino e Franco (1933) (7), e L'Avventuroso (1934). Anche se italianizzati e spesso rimaneggiati nei testi, comunque i personaggi americani entrano in Italia e vi faranno fortuna: Flash Gordon, Mandrake, l'Uomo Mascherato (8) e tanti altri. Nerbini pubblica le avventure di Nick Carter (1919-1923), Lord Lister (1922-23, 1929-1930, 1933-35), Petrosino (il poliziotto italo-americano ucciso a Palermo dalla mafia, 1923-25) e Buffalo Bill (1922-24). Nel 1922-24 pubblica Ricimero, il re della truffa. Gli illustratori appartengono alla scuderia Nerbini da tempo, e sono Giove Toppi, Tancredi Scarpelli, Fabio Fabbi, Ferruccio Moro. Le storie escono a dispense, più volte ristampate. Negli anni Trenta/Quaranta questi personaggi entrano nella cultura popolare, amati da adulti e ragazzi, e proliferano le edizioni di vari editori, che rubacchiano idee e immagini, aggiungono e sopprimono capitoli per far quadrare il numero di pagine, ristampano le medesime storie con titoli diversi, in un marasma editoriale dovuto alla grande richiesta del pubblico. Nerbini non si sottrae all'andazzo, e ristampa Nick Carter (1947-1950), Lord Lister con il titolo di Raffles, ladro gentiluomo (1941, e 1947-48 con il titolo di L'uomo del mistero), Buffalo Bill (1942-43), Petrosino (1928-30, 1934-36, 1948-49), e infine ancora Ricimero (1932-34).


Per le avventure di Flash Gordon, Il razzo celeste del Dr. Zarro by Alex Raymond, n.d., volume primo, formato 33x34 in hard cover,
una delle storie più famose della serie Flash Gordon; le altre sono Nel regno di Ming, Re Gordon contro Ming, Verso l'ignoto.
(courtesy Armida C.)

Il primo numero di Topolino edito da Nerbini, 31 dicembre 1932 XI

Piedidolci cavallo da corsa, supplemento al Giornale Topolino, Nerbini, 1934, formato 25x34
(courtesy Lia Madorsky)


L'ormai anziano Giuseppe Nerbini non viene a sapere nulla di tutto questo: la morte del figlio Renato, ventisettenne, rappresenta un gravissimo colpo per lui, che in seguito alle complicazioni di una broncopolmonite muore a Firenze il 28 gennaio 1934. Renato, bel giovane aitante, e pure sciupafemmine, figura di spicco tra la gioventù dorata fiorentina, viene trovato morto, vittima di un delitto passionale, il 9 febbraio 1933 in un appartamento nel centro di Firenze. E' stata l'amante (una ballerina) ad ucciderlo poco prima dell'alba. I giornali si scatenano sul fatto, data la notorietà della famiglia.
Nel 1938 le direttive del MinCulPop infliggono un grave colpo a Mario Nerbini, poiché le storie importate vengono bandite (soprattutto quelle americane) e si ribadisce l'interdizione dei fumetti (le nuvolette): si deve sostituirle con storie italiane, e nel fumetto ancora si devono vedere gli autori nostrani. Mario Nerbini diversifica creando nuove collane di genere popolare, come "I romanzi del Disco Giallo" e "I romanzi del Disco Azzurro" e introduce il giallo e la fantascienza. Nel 1941, con l'entrata in guerra degli Stati Uniti, la situazione tuttavia diventa insostenibile; a causa delle restrizioni sulla carta le pagine dell'Avventuroso vengono ridotte finché nel 1943 anche questa testata viene ceduta a Mondadori. Poco dopo Mario Nerbini è costretto a lasciare Firenze per raggiungere Milano, e l'anno dopo la sede fiorentina viene distrutta dagli antifascisti, e così si perdono non solo i macchinari, ma anche gli archivi. Tornato a Firenze dopo la guerra, Mario Nerbini tenta di di tornare in auge pubblicando i vecchi successi negli Albi Grandi Avventure, ma la qualità di stampa scarseggia e infine deve dichiarare bancarotta, che gli viene rifiutata; nel 1946 ci riprova con un giornale in doppia lingua, L'Italo-Americano illustrated, sempre a base di comics, che dura solo un anno. Nel 1948 quest'uomo indomito ottiene in esclusiva le storie di The Phantom, che diventa il settimanale Il Giornale dell'Uomo Mascherato, sempre a base di comics, ma anch'esso dura poco più di un anno. Nel 1949 Mario sposa Tina Meli e con lei si trasferisce a Roma. Nel 1953 si arrende e cede l'azienda a Gino Ghignoni, già collaboratore del padre, che tuttavia mantiene il nome "Casa Editrice Giuseppe Nerbini". La Casa prosegue con Giuliana Ghignoni e il marito Alfonso Pichierri con il figlio David; negli anni Settanta con l'operazione nostalgia ripubblica in anastatica quel che si è salvato (trovato) dei materiali originali. A Roma Mario dà vita nel 1956 a una nuova casa editrice, chiamata Edizioni Avventure Americane, dove ripubblica i più famosi comics, ma in formato libro, e l'iniziativa ha successo, tal che nel 1958 origina le Edizioni La Freccia, dove ripropone le storie di Mandrake e dell'Uomo Mascherato. Dopo il 1960 lancia la serie Collana Super Albo dove ripubblica i grandi classici del fumetto, anche perchè a questo punto il fumetto viene rivalutato come mezzo letterario ed inizia il grande collezionismo. Nel 1962 la salute diviene malferma e Mario Nerbini cede quasi tutto il materiale in suo possesso alle Edizioni Fratelli Spada, mantenendo solo un giornale titolato Avventura West, finchè nel 1966 fa uscire la sua ultima pubblicazione, Eroi dell'Avventura. Mario Nerbini muore a Roma il 25 giugno 1987.



(1) Frequenta il circolo radicale "Giordano Bruno".
(2) Nel censimento nazionale del 1861 il 78% degli abitanti è analfabeta, e sul finire del secolo non è che le cose fossero migliorate di tanto.
(3) Il delitto di Emanuele Notarbartolo avvenne il 1/2/1893 sul treno Termini Imerese-Altavilla, circa all'altezza di Trabia. Il delitto fece epoca, ma il fatto principale è che per la prima volta si parlò pubblicamente di mafia.
(4) A quell'epoca a Firenze insieme ad Anna Kuliscioff.
(5) Il giorno 8/1/1912 dichiara un attivo di Lit. 171.355 contro un passivo di Lit. 212.283.
(6)
Cfr. il sito della Treccani per questa ricostruzione storica, e dettagliate informazioni sono nell'articolo di Leonardo Gori (www.giornalepop.it/topolino-scippato-dalla-mondadori/ maggio 2019). Il contratto tra Nerbini e Walt Disney (King Features Syndicate Inc.) del 19/1/1933 è pubblicato in forma integrale in: AA.VV., Il mondo di Nerbini, Casa Editrice Nerbini, 1993. La Redazione ringrazia l'Archivio Nerbini dal quale sono state tratte alcune immagini di questa pagina.
(7) In originale si chiamano Tim e Spud.
(8) Tit. or. The Phantom.


Giuseppe Nerbini



Isola Buti, moglie di Giuseppe Nerbini



Giuseppe Nerbini con il cane Pippo


Mario Nerbini (sin.) e Giove Toppi



Gino Ghignoni



n.A., Pinocchio Ballerino,
Nerbini, 1910



n.A., Pinocchio nella luna,
Nerbini, 1911



Tortellino,
Pinocchio Sciatore,
Collana mensile illustrata delle
"Avventure di Pinocchio"
Nerbini, n.d.
ill. Giove Toppi
(courtesy Lia Madorsky)




Bettino D'Aloja,
Monellerie di Ciappettino
,
Nerbini, n.d.
ill. Giove Toppi
(courtesy Donatella Legnani)



Bettino D'Aloja,
Le ultime avventure di Farfarello
,
Collana Illustrata di Letture Allegre,
Nerbini, 1928,
ill. Giove Toppi



L'Avventuroso
Nerbini, 1935
(courtesy Lia Madorsky)



Le avventure eroicomiche
di Topolino Aviatore
,
Nerbini, 1935
(courtesy Lia Madorsky)



E. Sieniewicz, Quo vadis?
Nerbini, 1920
Ill. Tancredi Scarpelli
e Giuseppe Rossi
(rist. 1933, 1944, 1947)




Sin: Lord Lister disegnato da Tancredi Scarpelli, dx. da Giove Toppi
John C. Raffles è un ladro, ricercato dall'ispettore Baxter di Scotland Yard, e al contempo un lord inglese
di epoca vittoriana, Lord Edward Lister. La serie originale inizia in Germania e termina nel 1910 con il
matrimonio di Lord Lister. Nerbini lo pubblica dal 1941 al 1948
Un altro successo è Cartouche,
dalla fervida fantasia di
Aristide Marino Gianella
(1925)


Momus,
Il Capitan Saetta,
Nerbini, 1903
ill. Giove Toppi
Emilio Baudoin,
Le Avventure di Limoncino,
Nerbini, 1903
ill. Giove Toppi
Giuseppe Petrai,
Ore allegre dei piccini
,
Nerbini, 1921
ill. Vannucci
Victor Hugo,
I Miserabili,
Nerbini, 1930
ill. Carlo Chiostri
Giulio Verne,
Il giro del mondo in 80 giorni
,

Nerbini, 1933
ill. int. di C. Sarri e Sirti
(courtesy Lia Madorsky)


Ponson du Terrail,
Le maschere rosse
,
Nerbini, 1929.

ill. Giove Toppi
G. Schmitt,
Cipriano La Gala,
Nerbini, n.d.
ill. Giove Toppi
Giuseppe Petrai .
Il romanzo di una vergine
,

Nerbini, 1920
ill. Giove Toppi
Emilio Gaborieau,
Gli amori di un'avvelenatrice
,
Nerbini, 1934
ill. non firmata
Paolo Lorenzini,
La buccola d'oro
Nerbini, 1943
(courtesy Donatella Legnani)


Enzo Grazzini,
L'anima incatenata
,
Nerbini, 1943
collana I Romanzi del Disco Azzurro
ill. non firmata
Robert Heymann,
Il fantasma verde
,
Nerbini, 1941
collana I Romanzi del Disco Giallo
ill. firmata R.L.
Louis Vetter,
La falce
,
Nerbini, 1943
collana I Romanzi del Disco Giallo
ill. non firmata
Mario Morbani,
La città proibita
,
Nerbini, 1942
collana I Romanzi del Disco Azzurro
ill. non firmata
Franco Brioni,
Speranza
,
Nerbini, 1943
collana I Romanzi del Disco Azzurro

ill. non firmata
(courtesy Donatella Legnani)


Emilio Baudoin,
Il figlio di Cyrano,
Nerbini, 1928
ill. Tancredi Scarpelli
Emilio Baudoin,
Il figlio di Cyrano,
Nerbini, 1928
ill. interna di Tancredi Scarpelli
Elisabeth Werner,
San Michele
,
Nerbini, 1940
ill. Tempes
Victor Hugo,
Notre Dame di Parigi
,
Nerbini, 1948
ill. Carlo Chiostri
G.B. Regnault,
Giulietta e Romeo
,
Nerbini, 1949
ill. non firmata
(courtesy Donatella Legnani)


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