CATERINA FRANCESCHI FERRUCCI


Andrebbe a buon diritto tra le scrittrici dimenticate (che più dimenticata non si può), ma avendo prodotto molta letteratura ma nulla per le collane di cui si occupa questo sito, la citiamo solo in relazione alla famosa lettera pubblicata su Cordelia.
Caterina Franceschi nasce a Narni il 26 gennaio 1803 da Antonio, medico, e Maria dei conti Spada di Cesi. Dedita allo studio delle lettere fin da giovanissima, sposa il 27 settembre 1827 il latinista professore Michele Ferrucci (1801-1881), dal quale ha il figlio Antonio (molto amato e apprezzato dalla madre, così come i figli di lui, Paolo ufficiale e Filippo canonico), e la figlia Rosa, la cui morte nel 1857 la getta nello sconforto e nel dolore. Dolori ne passa, attraversando tutto l'Ottocento da protagonista, definita "la più erudita e vigorosa" tra le donne che si fanno un nome sia politicamente sia per l'impegno sociale. Lei è anche insegnante, scrittrice, poetessa e scrive di tutto: elegie, carmi, canzoni, canti, inni, trattati, opuscoli politici. E' la prima donna ad essere ammessa all'Accademia della Crusca, e non è poco (1871). Stabilitasi a Firenze dopo il 1850, prosegue la pubblicazione dei suoi scritti (1), e qui muore il 28 febbraio 1887.

Per quanto attiene al Risorgimento, è ovvio che vi partecipi fattivamente. Appena sposata abita con il marito a Bologna, ma durante i moti del 1831 essi si dimostrano un po' troppo liberali, lui viene estromesso dall'insegnamento e decidono di espatriare a Ginevra. Nel 1843 ritornano in patria, lui ottiene una cattedra a Pisa, e quando iniziano le battaglie del 1848 si arruola come volontario insieme con il figlio Antonio nel battaglione degli studenti toscani e combattono in Lombardia il 29 maggio 1848, alla battaglia di Curtatone.

La battaglia di Curtatone e Montanara è un episodio della prima guerra d'indipendenza. Il 29 maggio 1848 le forze austriache di Radetzky, uscendo da Mantova, tentarono l'aggiramento dell'esercito piemontese. Gli austriaci attaccarono il punto debole dello schieramento avanzato di Carlo Alberto di Savoia, costituito dalle posizioni dei contingenti toscano e napoletano fra i due paesi di Curtatone e Montanara. Lo schieramento avanzato italiano fu sopraffatto, ma la sua strenua resistenza consentì all'esercito piemontese di organizzarsi ed evitare l'aggiramento, battendo poi gli austriaci nella battaglia di Goito che costituisce il proseguimento dello scontro di Curtatone e Montanara. Per la valente impresa entrambi Michele e Antonio Ferrucci ebbero la medaglia di bronzo, e Michele anche quella d'oro.

In quei giorni di angosciosa attesa per la sorte del marito e del figlio, Caterina scrive a parecchie persone; in mano alle sorelline Del Lungo è una missiva per la "sua cara Adele", riprodotta sul numero di Cordelia del 27/5/1888:

Caterina Ferrucci tiene per tutta la vita una corrispondenza abbondantissima con tutti i maggiori protagonisti politici, tra i quali Camillo Cavour, Vincenzo Gioberti, Marco Minghetti, Atto Vannucci, Prospero Viani, Giuseppe Massari, Paolo Costa, Cesare Guasti; e naturalmente con gli intellettuali del suo tempo, con parenti e amici. In un'epoca in cui mancavano del tutto i mezzi di comunicazione moderni, scrivere lettere era l'unico modo per tenersi al corrente e fornire le notizie dove i giornali ne erano carenti. In una lettera del 2 giugno 1848 indirizzata a Pietro Brunelli (marito della sorella Giacinta), essa racconta la battaglia di Curtatone nei dettagli e gli accadimenti successivi a Goito; in chiusura, essa raccomanda di dare sue notizie a diverse persone: "Date le nuove de' miei alle seguenti persone [...], Adele Zambeccari Roncaglia (ditele che non ho la forza di scriverle, ma che ho pensato, e penso a lei [...]". (2) Ecco che dopo una ragionevole pausa Caterina Ferrucci scrive anche alla cara Adele (e le racconta più o meno le stesse cose che scrive nello stesso periodo a tante altre persone). Resta da capire chi sia Adele Zambeccari Roncaglia in relazione alla famiglia Del Lungo e perché una sua lettera sia ritrovata in casa loro.


Caterina Franceschi Ferrucci, Degli studii delle donne, Torino, Pomba, 1854



(1) Tra la vasta produzione di Caterina Franceschi Ferrucci citiamo solo: Della educazione morale della donna italiana: libri tre (Torino, Pomba, 1847), Della educazione intellettuale:
libri quattro indirizzati alle madri italiane (Torino, Pomba, 1849), Degli studi delle donne italiane, libri quattro (Torino, Pomba, 1854), I primi quattro secoli della letteratura italiana dal secolo XIII al XVI, I-II (Firenze 1856-1858).
(2) in: Giuseppe Guidetti, Epistolario di Caterina Franceschi Ferrucci (1910)
.

©
Letteraturadimenticata, maggio 2022

HOME